Ora il timore è legato ai tempi, al calendario e agli incassi. E' questo il nuovo allarme che manda Confartigianato Piemonte all'interno del suo ultimo report congiunturale. Dati che non sono totalmente negativi, anzi: si segnalano alcuni miglioramenti sotto diversi punti di vista. Ma la preoccupazione più evidente per la categoria è legata ai ritardi con cui le casse vedono transitare i pagamenti.
Segno meno, ma in ripresa
In dettaglio, le previsioni circa l’andamento occupazionale vedono un miglioramento passando dal –3,50% al –1,96%, anche se la previsione delle assuzioni per gli apprendisti restano stabili. Lieve miglioramento anche per le previsioni di produzione totale (dal –13,11% al –12,34%) e anche l'acquisizione dei nuovi ordini punta verso il miglioramento (dal –14,68% al –11,47%).
Crescono anche gli investimenti: chi prevede ampliamenti sale dal 7,52% al 8,99%, ma anche le spese per sostituzioni passano dal 12,94% al 13,40%. E anche l'export si muove leggermente verso l'alto (dal –35,67% passa al –32,63%).
Preoccuazione per gli incassi
Segni ancora negativi, però, che non lasciano certamente tranquilli. Ma come detto, quel che preoccupa di più sono le previsioni di regolarità negli incassi, che calano dal 68,94% al 66,84%. Di conseguenza aumentano le stime di ritardi, passando dal 30,89% al 32,98% e le previsioni di anticipi negli incassi continuano a rimanere minime passando dallo 0,17% al 0,18%.
"Colpa delle sfide geopolitiche internazionali"
“Luci ed ombre emergono dalla prima indagine trimestrale congiunturale del 2024 condotta dal nostro Ufficio studi – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – anche se si intravede un lieve miglioramento generalizzato nei valori rilevati, registriamo sempre percentuali preceduti dal segno meno. Nel dettaglio le voci che hanno evidenziato una crescita più marcata, con un incremento di circa 3 punti percentuali, sono quelle relative all’andamento occupazionale che passa da -3,50% a -1,96%, l’acquisizione di nuovi ordini (da -14,68% a -11,47%) e l’acquisizione di nuovi ordini per esportazioni (da -35,67 a -32,63%). Va sottolineato come, mai come in questo momento, le nostre imprese si trovano ad affrontare numerose sfide, compresa quella delle guerre in atto e della scomposizione e ricomposizione degli equilibri geopolitici internazionali, che hanno concrete e misurabili ripercussioni sul piano economico come la guerra in Medio Oriente. Voglio ricordare che la nostra regione è la quinta più esposta con oltre 4 miliardi di euro di merci esportate via mare attraverso il Canale di Suez e il Mar Rosso”.
“Infatti l’escalation della crisi in Medio Oriente – riprende Felici - sta penalizzando sia i sistemi del made in Piemonte e made in Italy, sia l’approvvigionamento di prodotti essenziali per la trasformazione della manifattura, aggravando la frenata del commercio, per questo è indispensabile mettere in campo tutte le misure, a cominciare dall’attuazione del Pnrr, per alimentare la fiducia e la propensione ad investire delle imprese e scongiurare il rischio di una frenata del ciclo espansivo dell’occupazione”.