Affiancare le piccole e medie imprese in difficoltà, magari in crisi, ma ancora recuperabile. È l'obiettivo del nuovo bando che la Regione mette in campo con un bando intitolato "Sviluppo impresa Piemonte"
"Delle 10.720 pmi piemontesi, circa il 30% è considerata vulnerabile e il 12% a rischio", dice l'assessore regionale Elena Chiorino. "Noi vogliamo arrivare su questo 42% prima che si inneschino circoli viziosi di segnalazioni e difficoltà con il credito e le banche".
[La presentazione del bando della Regione per le pmi a rischio crisi]
Una dotazione da un milione di euro
Un milione di euro è la dotazione, rifinanziabile, della misura. "L'abbiamo voluta fortemente per aiutare le pmi a rilanciarsi e a prevenire le crisi, anche alla luce di un mercato sempre più veloce", dice ancora Chiorino. "L'avevamo pensata già prima della pandemia e ora si propone di contrastare anche gli effetti della guerra in corso. E poi transizione verde, digitale e ricambio generazionale. Un insieme di elementi che rischia di mettere in crisi le imprese".
Affiancare e rilanciare
Alcuni esperti possono affiancare i manager delle pmi per analizzare la situazione e per individuare la traiettoria per il rilancio. "Un aiuto fondamentale in questo arriva da Finpiemonte e dai nostri tecnici", dice Chiorino. "Sappiamo che in Piemonte potrebbe essere dura da scalfire la mentalità in cui l'imprenditore riconosca di essere in difficoltà. E ci può essere diffidenza verso l'uso di risorse umane in certe attività - conclude Chiorino - ma riteniamo sia fondamentale intervenire in anticipo sul rischio, anche puntando su formazione e aggiornamenti dei lavoratori".
"Qui si va a prevenire, ma anche a pianificare", sottolinea il neo direttore di Finpiemonte, Mario Alparone, alla sua prima uscita ufficiale. "Questo garantisce, insieme a un lavoro di squadra, una migliore messa a terra della misura".
C'è tempo fino a ottobre
Il bando scade il 14 ottobre del 2023, con possibilità di ri-finanziare. Accanto al mondo confindustriale (Torino, ma anche Biella e Cuneo), spazio anche per le pmi di Api Torino e il commercio con le varie Ascom provinciali.
"È prevedibile un coinvolgimento di quelle pmi legate a settori in cui oggi la cassa integrazione può essere un campanello d'allarme, penso per esempio all'automotive - dice Fabio Schena, responsabile ufficio studi Api Torino - può essere l'occasione per una riconversione e un ripensamento se alcune di queste aziende si trovassero obsolete".
Il presidente del gruppo consiliare Fratelli d’Italia Paolo Bongioanni ha illustrato così lo spirito e gli obiettivi dell'iniziativa: "Una novità che si pone all’avanguardia assoluta a livello nazionale. Non interviene, infatti, dopo che gli eventi di crisi si sono manifestati, ma agisce in senso anticiclico prima che essi si abbattano in modo drammatico e spesso irreversibile sul nostro tessuto produttivo e occupazionale. Con questa opportunità la Regione Piemonte dimostra di saper sostenere, in senso non assistenzialista ma strategico e capace di anticipare i cicli economici, chi fa impresa con tenacia e passione e crea lavoro sui nostri territori".