Economia e lavoro - 02 maggio 2023, 19:14

Il caporalato esiste anche in Piemonte, da Venaria l'appello della Cgil: "Serve una legge regionale"

Airaudo: "E' arrivato il momento di trasformare i protocolli in una garanzia per i lavoratori". Cirio: "Facciamo partire il gruppo di lavoro"

Contadini al lavoro

Flai Cgil propone una legge regionale per tutelare il lavoro nei campi

Il lavoro agricolo non è storia del passato. E il Piemonte è pronto a fare la propria parte per tutelare chi presta la propria opera nei campi: dalla frutta all'uva e non solo. Ecco perché, dall'appuntamento organizzato oggi a Venaria dalla Flai Cgil, è partito un appello: una legge regionale per dare garanzie a chi lavora nei campi e sottrarre le persone al ricatto del caporalato e del lavoro nero. Una misura che, al tempo stesso, garantisca la concorrenza leale tra le aziende agricole piemontesi.

Un patto tra imprese e garanzie per 45mila addetti

Accanto a questo, anche un "patto" tra imprese, produttori, sindacati e consumatori per la valorizzazione dei nostri prodotti agricoli: un certificato etico o  un bollino di qualità che garantisca l’autenticità e la qualità del prodotto. A lanciare l'idea, in particolare, è stato il segretario generale della Cgil Piemonte, Giorgio Airaudo, dal palco del teatro della Concordia: "Il Piemonte è una delle poche regioni italiane, insieme a Veneto e Lazio, dove è cresciuto il lavoro agricolo: sono 45.000 gli addetti, in 10 anni sono cresciuti del 37%, di questi 39.000 sono stagionali a tempo determinato, in gran parte migranti ed extracomunitari, quasi 25mila"


E se già in passato, proprio grazie a Flai, in Piemonte sono nati dei protocolli sperimentali con la regione e gli enti interessati, per provare a costruire garanzie per i lavoratori migranti in agricoltura, "è venuto il momento - ha detto Airaudo - di fare un tentativo in più, di trasformare quei protocolli, utilizzati in particolare nel 2019 per i lavoratori stagionali di Saluzzo, in una legge regionale che riguardi tutto il lavoro agricolo, anche quello della raccolta delle uve, raccolta assai più ricca di quella della frutta”. 

L'appoggio del presidente Cirio

Questa è una battaglia in cui credo molto - ha replicato il presidente della Regione, Alberto Cirio -: da questo momento, raccogliendo le vostre sollecitazioni, possiamo far partire questo gruppo di lavoro che ci permetta di costruire e di estendere quello che abbiamo già fatto, e bene, nel protocollo della frutta, a tutti gli altri ambiti dell’agricoltura piemontese. In particolare in quegli ambiti dove il lavoro, per le sue caratteristiche di stagionalità, attirano moltissime persone. Non dimentichiamo che senza manodopera straniera noi oggi non potremmo avere la nostra agricoltura”.

Massimiliano Sciullo

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