Cultura - 29 marzo 2023, 15:29

Mario Lattes: alla Reggia di Venaria apre la mostra alla scoperta della sua pittura

Fino al 7 maggio apre l'esposizione "Teatri della Memoria"

Mario Lattes: alla Reggia di Venaria apre la mostra alla scoperta della sua pittura

Mario Lattes  scrittore, editore, promotore culturale, collezionista, incisore e pittore. Sotto questi profili si sviluppa la mostra "Mario Lattes. Teatri della memoria", aperta alla Reggia di Venaria fino al 7 maggio, che si inserisce nel programma di eventi a cura della Fondazione Bottari Lattes organizzati in occasione del centenario della nascita dell’artista. 

Il percorso approfondisce in particolare la pittura di Lattes, presentando una selezione di più di cinquanta opere dell’intellettuale torinese, tra cui una decina mai esposte prima.

Un'occasione per conoscere un aspetto poco indagato della sua attività attraverso ricerche eseguite in maniera rigorosa, accademica da cui traspare l’urgenza dell’artista di comunicare anche attraverso sperimentazioni non ortodosse, come ad esempio l’unione di colori ad olio, inchiostri e tempere.

In mostra 

Lattes è interessato soprattutto alle capacità metamorfiche del materiale, in particolare il supporto cartaceo che, con le sue reazioni anche casuali, costituisce sempre un’affascinante incognita, ideale al dispiegamento della piena creatività come appare dalle opere L’incendio del Regio (1963), la Figura (1983) e Le marionette (1990).

Mentre il supporto cartaceo è manipolato al limite della sofferenza,  l’incisione è la frontiera estrema per celebrare il definitivo elogio dell’ombra. Proprio a questa tecnica è dedicata una delle sale della mostra, all’interno della quale si trova una selezione di opere scelte tra le centinaia realizzate da Lattes: dall’opera senza titolo raffigurante una bicicletta e datata alla fine degli anni ’50,  fino alla Tartaruga del 1969 e al Don Chisciotte del 1972. 

Nell’ultima sezione dell’esposizione emerge il "lato oscuro” dell'artista: una grande teca ospita la collezione di marionette storiche di Lattes, mentre all’interno della stessa sala il pubblico troverà un manichino a grandezza naturale e molte opere pittoriche di bambole e fantocci, perturbanti testimoni di un sentimento che respinge e seduce nel contempo. Come in un teatro privato, qui l’artista mette in scena quelli che sono i suoi stati d’animo: nel Teatrino (1990), per esempio, il teatro è il luogo materiale e trasfigurato di tante fantasie di Lattes. In questo palcoscenico agiscono le sue marionette, ma può anche essere metafora del luogo dove si consumano i drammi o le commedie del gran teatro della memoria. 

E nel memorabile Autoritratto del 1990, scelto come immagine guida della mostra, Lattes si dipinge attorniato da questi ambigui attori. L’opera dialoga idealmente con l’Autoritratto del 1959, anch’esso presente in mostra: qui l’atteggiamento è pensoso, in una riflessione intima e profonda che coinvolge l’uomo e l’artista.

Per info: fondazionebottarilattes.it 

 

Chiara Gallo

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