Uno scherzo che finisce per avere un peso, almeno nei bilanci delle famiglie. E' quello che sta facendo l'inflazione, con prezzi che sono aumentati - sul fronte delle materie prime - anche a doppia cifra: a gennaio 2023 la farina è aumentata del 21%, così come le uova. E rispetto a un anno fa anche sale e zucchero hanno fatto il salto in alto, rispettivamente +35% e +54%.
Lo dice Coldiretti, che però svela anche come i torinesi e i piemontesi non abbiano rinunciato a farseli in casa da soli, i dolci della tradizione del Carnevale, se in negozio si imbattono in prezzi che oscillano tra i 20 ai 40 euro al chilo: dai friciò fritti e ripieni di uvetta e pezzetti di mela alle bugie che, fritte o al forno, possono anche essere farcite alla marmellata o crema alla nocciola. Altro dolce sono le bignole, palline di pasta fritta ripiene al cioccolato o alla crema. E "torinesissime" sono le caramelle gianduja, piatte e larghe, composte in prevalenza da zucchero e sciroppo di glucosio, al gusto di arancia, fragola, pera e limone. Dalla forma quasi rotonda è contenuta in un incarto esagonale su cui è raffigurata la maschera torinese, Gianduja, appunto. Infine la Tirà che è un’antica ricetta di un dolce in uso nelle campagne piemontesi, gustoso a base di farina, uvetta ed uova.
“La preparazione casalinga offre anche la possibilità di assicurarsi la qualità e la freschezza degli ingredienti, che fanno la differenza sul risultato finale. Dalle uova alla frutta, dalle confetture alle farine fino al burro: sono diversi i prodotti che possono essere acquistati dai nostri produttori nei punti vendita aziendali o ai mercati di Campagna Amica, diffusi su tutto il Piemonte, per preparare ottimi dolci di Carnevale e valorizzare il territorio”, spiega Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte.